lunedì 6 aprile 2009

Come salvarsi dalle persone maleducate?


Qualche giorno fa ho ricevuto, così come tanti altri colleghi fotografi, questa e-mail che riporto integralmente:

"Gentilissimi,
Vi scrivo per sottoporre alla Vostra attenzione alcune questioni riguardanti il Lunissanti che quest’anno cadrà il prossimo sei aprile.
Mi permetto di farlo poichè molti di Voi, come suppongo, frequentano la settimana santa a Castelsardo da tanti anni e, in questa assidua frequentazione, hanno anche consolidato rapporti di amicizia con i confratelli e i loro contorni.
E’ proprio con questo stesso spirito che desidero chiedere la Vostra collaborazione affinchè, al mattino, alla partenza dei cori e dei misteri nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, ci sia il massimo rispetto alla funzione religiosa in essere.
Infatti, anche negli anni scorsi, si notava una movimento troppo pressante verso l’altare ed il rumore di decine e decine di “scatti” provocato sia dai fotografi professionisti che da molti altri amatori.
In queste condizioni non è neppure possibile eseguire una incisione dei canti (anche per noi, questi canti “ufficiali”, sarebbero un buon ricordo) per via delle continue sovrapposizioni dello “scatto”.
Desidereremmo, il Priore insieme al Consiglio, che proprio Voi siate di esempio evitando gli scatti all’interno della Chiesa o, quantomeno, al momento e durante tutta l’esecuzione dei tre canti canonici.
Noi pensiamo che tutto il percorso della processione al mattino, l’ingresso alla Basilica di Tergu, il rientro e la processione serale per le vie del centro storico possano offrire buoni spunti per un racconto dei fatti.
Noi pensiamo anche che la ricerca esasperata dell’immagine (fotografi che si infilano “dentro” il coro oppure, altri, che fermano gli “apostoli” con i misteri per fare lo scatto) non renda neppure un buon servizio al contesto che si vuole cogliere. Il rischio di modificare il quadro degli eventi è alto. D’altra parte, concorderete con me: se dovessimo fare uno scatto dalla parte centrale della chiesa verso l’altare vedremo un “mistero” e decine di fotografi che gli stanno addosso.
D’altra parte non siamo insensibili all’importanza che l’immagine assume come mezzo di comunicazione e testimonianza degli eventi per questo chiediamo la Vostra collaborazione.
E’ possibile? Avete qualche altro suggerimento in proposito?
Vogliate gradire, con l’occasione i miei più cordiali saluti.


Castelsardo 4 aprile 2009


Giuseppe Brozzu
Priore Confraternita Oratorio Santa Croce Castelsardo"



Ritengo la richiesta del Sig. Brozzu pienamente legittima e mi sento di accoglierla a pieno, nonostante io stia dall'altra parte della barricata. E' diverso tempo che non vado più a Castelsardo proprio perchè è diventato impossibile fotografare. Tra cellulari, fotocamere compatte, presunti fotografi armati dell'ultimo modello di Nikon o Canon, la maleducazione è così fastidiosa che preferisco starmene a casa.
Il digitale ha portato la fotografia nelle case di tutti coloro che con l'analogico non si potevano permettere sviluppo e stampa delle classiche 36 pose. E questo è un bene. Poi, però, presunzione e maleducazione ci hanno messo lo zampino rovinando tutto.

Sempre sia la buona fotografia.
Fausto Ligios

Sopra: Ottana 2009 (© F.L.)

2 commenti:

  1. Alcune cose le ho viste anche io,siamo al limite della follia.
    La maleducazione di molti fotografi professionisti, amatori e della domenica è spaventosa.
    Ma questo non succede solo a Castelsardo, Ricordo a Cuglieri quando nella chiesa misero la statua del Cristo morto nella bara sull'altare c'erano più fotografi che membri della confraternita, roba da matti.

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  2. La fotografia è un mezzo di espressione artistica ma, è anche uno strumento di lavoro. Ritengo che, in ambedue i casi si debba operare nel massimo rispetto della sfera altrui. Altrimenti si corre il rischio, oltre che a "collezionare le maledizioni" dal prossimo, di boicottare la fotografia stessa dando così adito a chi è dall'altra parte, di avere pregiudizi nei confronti di chi fa fotografia. Questo, non è il messaggio che deve arrivare. Se la fotografia fosse erronamente giudicata come frutto di invadenza, voyerismo, paparazzismo, ecc. sarebbe come buttare via tutto il lavoro di chi ci ha permesso di conoscerla. In passato, in Italia la fotografia non è mai stata considerata una forma d'arte ma, un mezzo documentativo. Non veniva riconosciuta tale se non in altri paesi come ad esempio la Francia. Solo negli ultimi decenni si è smosso qualcosa grazie anche all'impegno di fotografi del calibro come: Basilico,Berengo Gardin,Fontana,Ghirri,Jodice,Scianna,Vaccari,ecc. In trent'anni queste persone hanno firmato la fotografia made in Italy. Hanno "concettualizzato" la fotografia. Queste persone ci hanno permesso di conoscere, vedere la fotografia non attraverso l'obiettivo ma, col pensiero, non con l'occhio ma con la sensibilità. Per cui è fondamentale che alla base ci sia buon senso, sensibilità e rispetto.

    Difendiamo questa espressione. Ciao a tutti.

    Dario Apostoli

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